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Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo. Nel suo lungo discorso durato circa mezzora, Draghi si è soffermato sulle conseguenze della guerra in Ucraina in Europa, e su come la risposta sia una maggiore integrazione europea. «Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico e ideale, se questo è un percorso che porterà alla riforma dei trattati, l’Unione lo abbracci».
Su questo punto, la possibilità di rivedere il funzionamento dell’Unione Europea, il premier è tornato più volte. Da un lato i punti più politici, come la necessità di superare l’unanimità in Consiglio Europeo e passare ad un sistema di voto a maggioranza assoluta anche in politica estera. Dall’altra la necessità di far fronte ai problemi contingenti, che già esistevano prima dell’invasione dell’Ucraina, ma che le circostanze hanno reso la risoluzione quanto per niente urgente. La necessità di provvedere ad un sistema difesa comune e all’indipendenza energetica.
Ispirarsi al modello del Next Generation Eu
Per entrambi gli obbiettivi, la strada indicata da Draghi è quella del modello del Next Generation Eu. Investimenti finanziati con debito comune a fronte del conseguimento di obiettivi qualitativi verificabili. «Spendere bene è una questione di credibilità rispetto a chi, nei paesi virtuosi, ha deciso di tassare i propri cittadini per aiutare l’Italia». Il Pnrr è quindi cruciale, non solo perché in gioco c’è il futuro dell’Italia, ma anche il tipo di Europa che avremo domani. Se questo modello avrà successo, si potranno finanziare anche altri settori, come ad esempio quello militare. seguente Draghi l’Europa spende già molto, tre volte quanto la Russia, ma non lo fa in modo strategico perché non c’è coordinamento. Per quanto riguarda l’energia, Draghi ha invece sottolineato come l’Europa debba necessariamente essere coesa non solo nell’imporre sanzioni all’importazione del gas russo, ma anche nel trovare delle soluzioni al problema dell’approvvigionamento energetico. E dal momento che l’asse geopolitico si sposterà da est a sud, l’Italia potrà attività da ponte tra l’Ue e il Nord Africa, ricchissimo di energie rinnovabili. Ma aggiungendo anche che la centralità dell’Italia domani passerà dagli investimenti comuni che l’Europa deve attività oggi.
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