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Per oltre 79 miliardi di fondi di coesione cambiano le regole di gestione. È servito molto più tempo del previsto ma alla fine è stata portata a termine la ricognizione delle risorse che era stata fissata da un decreto legge del 2019 ed è finalmente arrivata in Gazzetta ufficiale la delibera del Cipess, il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.
Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) ha il compito di finanziare, con risorse aggiuntive nazionali, interventi finalizzati al riequilibrio territoriale ed è destinato per l’80% al Mezzogiorno. Per cercare di migliorare performance di spesa drammatiche, che per il ciclo 20214-2020 fanno segnare appena un 7% di pagamenti rispetto alle risorse programmate, l’idea è incardinare presso ogni amministrazione titolare di risorse – ministeri, regioni o città metropolitane – uno specifico «livellato sviluppo e coesione». Secondo la delibera Cipess i nuovi piani dovranno contenere interventi in 12 aree tematiche: ricerca e riforma, digitalizzazione, competitività e imprese, energia, ambiente e risorse naturali, cultura, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana, lavoro e occupabilità, sociale e salute, istruzione e formazione, capacità amministrativa.
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